L’albo dei fotografi professionisti non si farà MAI. Lo ha chiarito oggi, e per l’ennesima volta, Roberto Tomesani, fondatore e coordinatore nazionale di Tau Visual, la più grande associazione di fotografi professionisti italiani. Per riuscire a capire e mettere il punto su questa vicenda ho dovuto incontrare personalmente Tomesani, approfittando di un incontro a Roma dal titolo “Professione fotografia: ritrovare la specificità del professionista. Normazione, regolamentazione, certificazione”.
Il perché è ben spiegato sul sito Tau Visual, cito testualmente: “Mentre nei decenni scorsi si accettava di costituire Albi professionali per definire e proteggere una categoria di operatori e la loro professione, l’orientamento non solo italiano, ma di tutti i governi a livello europeo e, per certi versi, mondiale, è quello di muoversi verso la deregolamentazione.“
Premesso ciò è stato interessante constatare come, anche all’interno della stessa Tau Visual siano presenti due fazioni ben distinte di fotografi professionisti. I primi, provenienti dall’analogico e per questo più conservatori, tendono a giudicare con positività la questione albo e la conseguente separazione netta tra professionisti e amatori. La restante parte, più giovanile, affine al digitale e ai nuovi media, più aperta e speranzosa in nuove soluzioni tutte da inventare.
Personalmente reputo la questione albo una soluzione drastica, settoriale e quanto mai obsoleta. A parte la nuova norma UNI 11476, contraddistinta da una discutibile efficacia poiché non obbligatoria, il mercato della fotografia è, nei fatti, in balìa della libera scelta dei protagonisti. Rispettivamente i fotografi professionisti (esperti, novizi o improvvisati) e i clienti (esigenti, puntuali o ignoranti). Come trovare una soluzione?
All’inizio della mia carriera ciò che più mi ha aiutato nel “mettere a fuoco” la via è stato proprio il tariffario proposto da Tau Visual. In quel modo, nonostante non conoscessi nessuno all’interno del settore che sapesse indicarmi cosa scrivere sui preventivi, riuscii a capire, imparare e adottare i prezzi suggeriti. A cinque anni da allora penso che questo mi abbia sicuramente preservato dal cadere in errore.
Coincidenza vuole che la problematica più grave in questo momento consiste proprio nell’enorme svalutazione dei compensi. Nonostante il “ruolo” provvisorio dei tanti improvvisati, il loro fine ultimo è probabilmente quello di diventare anch’essi professionisti. Per questo motivo è di fondamentale importanza far pubblicizzare un tariffario generale, generato e costantemente aggiornato dai fotografi professionisti operanti in Italia.
Rispettare il tariffario deve essere la regola numero uno per diventare dei fotografi professionisti. Vuoi fare il fotografo professionista? Benissimo, ecco il tariffario! Non lo rispetti? Mi spiace, ma non potrai mai fare questo lavoro.
Ad oggi non sono socio Tau Visual, ma approfitto dell’occasione per invitare Roberto Tomesani a continuare su questa strada e “combattere” sempre più, evangelizzando le nuove leve ed evitare la catastrofe.