Caro cliente, prima di chiedermi un preventivo sappi che sono un fotografo che vive della sua passione, ma soprattutto del suo lavoro. Se sceglierai me lo farai per la professionalità e la dedizione con la quale svolgo il mio mestiere ogni giorno.
Qualche giorno fa ho avuto il piacere di partecipare come relatore al primo meeting organizzato da Lazio Tourism, un’associazione rivolta alle strutture extra-alberghiere di Roma e provincia. L’idea mi ha entusiasmato da subito, soprattutto per la possibilità di “evangelizzare” in un sol colpo svariati proprietari di bed and breakfast e affittacamere. Purtroppo la situazione attuale non è felice, anzi. Viviamo un periodo in cui si pensa di potersi improvvisare fotografo professionista, sbagliando. Il risultato è evidente su portali come Booking, dove la maggior parte delle strutture continuano a propinare ai loro clienti fotografie non adeguate agli standard del loro settore (interior).
In questi ultimi due anni stiamo assistendo ad un’onda anomala chiamata #FOOD. Il Web è invaso da milioni di fotografie, milioni di ricette, milioni di commenti e, di conseguenza, miliardi di affamati. Condividere tutto e subito è diventata la parola chiave. I ristoratori, volenti o meno, si ritrovano protagonisti di questa campagna social totalmente gratuita e di questo probabilmente ne sono più che felici. Ma quanti realmente cavalcano questo fenomeno?
Negli ultimi tempi, e sempre più spesso, mi capita di imbattermi in clienti impauriti e in preda all’ansia da prestazione riguardo la scelta del fotografo per il loro evento. Indagando ho intuito una diffidenza di fondo scaturita da brutte esperienze pregresse. Fotografie piccole o sgranate, mosse o sfocate. Colori sballati e consegne in ritardo.
Da qualche tempo viviamo la strana convinzione che investire sulle fotografie sia superfluo. Il digitale – purtroppo – ha reso accessibile a tutti un settore considerato artistico, trasformando la professione del fotografo da mestiere di nicchia a mera improvvisazione.
Una percentuale sempre più alta di imprenditori sottovalutano il magico mondo della comunicazione. Pensano difatti che con un po’ di impegno, intuito e l’aiuto di qualche amico si possa fare a meno dei professionisti, salvo poi – dopo aver constatato che le cose non vanno come dovrebbero – giustificare il tutto parlando di crisi, inefficacia degli strumenti a disposizione e via dicendo. Per fortuna la verità è ben diversa: non sempre si tratta di crisi, quanto più l’aver sottovalutato l’importante aspetto della comunicazione.