Per noi liberi professionisti, il periodo tra il 15 dicembre e il 6 di gennaio, comporta sempre le stesse problematiche: clienti che rinviano poiché oberati di lavoro, negozi non fotografabili a causa degli addobbi natalizi e via dicendo. Il clima di festa si avvicina e uno spensieratissimo mood prende piede nelle nostre teste.
Accade però che, proprio in un contesto d’euforia e distrazioni, la Camera dei Deputati pubblichi un bando di gara per i servizi fotografici dei prossimi tre anni. Nulla di male, se non fosse che il suddetto appalto sembrerebbe essere strategicamente blindato. Difatti, come nella più antica tradizione dei concorsi “made in Italy”, soltanto coloro che risulteranno conformi a determinati parametri potranno partecipare.
Parametri che, fate bene attenzione, nulla hanno a che fare con l’abilità, l’attrezzatura, la creatività o i meriti in ambito fotografico. Pre-requisito fondamentale è difatti “avere realizzato servizi fotografici per corrispettivi complessivamente non inferiori a € 240.000 nel corso del triennio 2010-2012 per eventi di rappresentanza per amministrazioni aggiudicatrici ai sensi del Codice dei contratti pubblici, regolarmente eseguiti“.
Certamente ci saranno altri professionisti in possesso dei requisiti per partecipare, ma come non pensare che i precedenti fotografi della stessa Camera dei Deputati siano considerevolmente avvantaggiati rispetto alla stragrande maggioranza dei loro colleghi? Se da un lato è comprensibile che chi si è già affidato ad un professionista possa preferire di continuare ad affidarglisi, dall’altro non è concepibile che un bando pubblico frapponga un ostacolo così importante alla libera candidatura, prevedendo parametri che, come illustrato, non sembrano in grado di cogliere l’effettiva capacità del fotografo di gestire eventi di una certa rilevanza. La circostanza appena evidenziata appare ancor più (per così dire) buffa ove si consideri che la normativa di matrice comunitaria in tema di appalti pubblici tende a favorire la più ampia partecipazione possibile alle gare, mettendo a disposizione dei professionisti più piccoli una serie di strumenti volti a consentire temporanei raggruppamenti d’imprese proprio al fine di raggiungere quei requisiti che altrimenti sarebbero preclusivi per le gare di maggiore importanza. Ebbene, il bando in questione sembra andare in una direzione totalmente opposta da quella appena descritta, favorendo eccessivamente chi ha già scattato nelle Aule parlamentari, a scapito di chi vorrebbe quantomeno avere la possibilità di giocarsela provando a concorrere alla gara.
Altrettanto importante il constatare come, all’interno del bando di gara, non sia in nessun modo presente alcuna voce riguardante una determinata esperienza dal punto di vista dei lavori eseguiti (in ambito congressuale o di eventi) ne dell’attrezzatura tecnica occorrente. Questo avvalora la tesi, coincidente con quella di molti quotidiani (es. Libero, Il Giornale), riguardo un chiaro indirizzamento il cui compenso, oltretutto, sembrerebbe essere riconosciuto nella cifra di € 450.000, cioè 150 mila euro all’anno.
Per concludere mosso da cotanta curiosità ho approfondito la questione su Internet dove, quasi per caso, mi sono imbattuto in un paio di notizie che a mio parere potrebbero essere correlate e che per questo vi consiglio di leggere: qui e qui.
Si tratterà certamente di una visione distorta. Ad ogni modo lascio a ciascuno le proprie riflessioni.
Mi rammarica molto sapere che gente come me, realmente interessata all’ambito degli eventi, conferenze e via dicendo, sia scartato a priori. Per caso non ho abbastanza esperienza? Ho lavorato per grossi marchi internazionali, perché un giovane libero professionista come me deve essere escluso a priori da questo concorso?
Perche’ non sei amico di nessuno. Perché sei bravo, lavori bene e non avresti chiesto quel compenso che invece loro danno agli altri.
Perche’ non vai a cena coi potenti… :/
Ma io ci andrei, se solo mi invitassero! Quando mi ricapita di farmi offrire la cena da qualche politicante? 😀
bravo giuli!