Ogni tanto – sempre più sporadicamente – ricevo una mail in cui qualche volenteroso si propone come assistente. L’ennesima, stamattina, mi ha dato da pensare.

Prime esperienze come assistente

Ho pensato che quando ho iniziato a propormi come assistente al fotografo – nel lontano 2006 – era tutta un’altra storia. Erano gli anni in cui i sensori non erano ancora full frame e le Olympus cercavano di ritagliarsi una nicchia con il formato 4:3. Anni in cui le mail che mandavi erano tante, ma che se mosse da testardaggine e coraggio vedevano uno sbocco. Qualche fotografo riuscivi ancora ad incontrarlo per un caffè. Qualcuno ti dava anche l’occasione di iniziare a toccare con mano flash e schede di memoria. Poi un po’ di gavetta su qualche set di moda ed ecco arrivare le prime commissioni. Pochi soldi e tutti i nero – naturalmente – ma che riuscivano comunque a comunicarti che stai facendo bene. Avevamo come l’impressione che il mondo fosse lì e che se solo ci fossimo impegnati di più e con precisione avremmo potuto abbracciarlo.

Erano anni in cui potevi ancora scrivere alle agenzie fotografiche e che, nonostante una situazione già non proprio rosea, trovavano il tempo per incontrarti e fare due chiacchiere. Ricordo ancora gli uffici di Grazia Neri, Photo Masi, Olycom durante quegli incontri. Ai tempi avevo l’impressione di entrare in dei musei. Poi Granataimages mi prese sotto la sua ala e così iniziai come photo editor.

Sono passati quasi 10 anni ed il mondo è totalmente cambiato. Il mondo della comunicazione ha fatto passi da gigante, ma al contempo la lunga crisi ha corroso irreparabilmente la fotografia. Il significato attribuito al fotografo – in quanto artigiano – si è completamente perso ed i pochi rimasti sono costretti ad inseguire i clienti che non pagano.

No, questo non è un paese per gli assistenti al fotografo. Ragazzi sicuramente volenterosi, ma nati nel periodo più sbagliato per ambire ad una professione del genere. Provo grande stima per il loro coraggio. Perché oggi, più di ieri, la concentrazione necessaria all’essere costanti nel proprio impegno di diventare fotografi professionisti deve essere ancora più grande.

Trapani

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2 commenti

  • Davide Cetta 20 Novembre 2014   Rispondi →

    Ottimo Articolo Giulio !!
    Anch’io ricevo mail che richiedo collaborazioni o semplici incontri per entrare nel mondo del lavoro, e chiaramente rispondo sempre educatamente.

    Come dico sempre, a chi vuole iniziare e ad intraprendere un attività, di ‘non mollare mai’. E’ il primo passo ma fondamentale.

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