Quando parliamo di litografia il mio pensiero non può che andare alle incredibili emozioni che ho provato nell’osservare in più d’un museo di storia le stereoscopie risalenti al secolo scorso (una tecnica coetanea della litografia, risalente anch’essa ai primi del 1800). Una coincidenza che mi porta inevitabilmente a pensare ad un periodo a davvero creativo della storia contemporanea. Ma perché la litografia dovrebbe interessare noi fotografi e nativi digitali?
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Cos’è la litografia
La Litofania è un’immagine realizzata su supporto rigido i cui tratti tridimensionali sono apprezzabili esclusivamente se retro-illuminati. Si tratta di una tecnica relativamente recente, pare risalente alla Francia dei primi del 1800, i cui primi esperimenti venivano fatti su supporti di ceramica o di porcellana. Ed è proprio da questo che deriva il nome Litografia, dal greco litho, cioè pietra, e phainein “per far apparire”.
Pochi sanno che proprio la litografia sta vivendo una rinascita, grazie all’avvento delle stampanti 3D. Strumenti in grado di diminuire moltissimo i costi per la stampa delle litofanie, un tempo elaborate su supporti rigidi da modellare manualmente, oggi plasmabili più comodamente tramite computer e stampanti alla portata di pochi coraggiosi.
Come funziona la litografia
La litografia consiste nella realizzazione di litofanie. La litofania è un’immagine stampata in 3D i cui tratti vengono elaborati a spessori diversi in base all’intensità della luce contenuta nella fotografia. A seconda del colore e della luce contenuta nell’immagine, la stampante 3D elabora un tipo di spessore diverso e sulla base di questo il risultato è quello che possiamo vedere. Le tonalità più scure sono contraddistinte da uno spessore più elevato, mentre quelle più chiare sono più sottili.
Grazie alla litografia possiamo assistere dunque ad un interessante “gioco di spessori”. Un effetto ottico stupefacente che emoziona e che raggiunge il suo massimo splendore posto di fronte ad una fonte di luce che illumini da dietro la litofania. La stampa 3D della litofania è realizzata su resina, un materiale durevole, performante e dal costo relativamente contenuto.
Cosa si usa per stampare una litofania
Per stampare la litofania che vedete mi sono affidato a Manufat, azienda leader in Italia nel settore della stampa 3D. La stampante utilizzata si chiama Formlabs Form 2 e si tratta di uno dei modelli più performanti del 2019 per quanto riguarda la stampa stereolitografica. Il vantaggi che si possono ottenere da questo tipo di stampa vedono soprattutto una grandissima precisione nella posa della resina, elemento indispensabile se il desiderio è quello di realizzare una stampa litografica di una fotografia in alta risoluzione.
Litografia e vantaggi nella stampa di litofanie
Da fotografo, quello che più mi ha stupito di questo metodo di stampa è l’allure che una (apparentemente banale) tavoletta di resina è in grado di trasmettere. Priva di ogni illuminazione non riesci a carpire le sue potenzialità, ma una volta “accesa” la litofania ti sorprende con la sua potenza visiva. Un già di per sé bellissimo effetto tridimensionale, modellabile ancora una volta grazie all’utilizzo di un’illuminazione particolare, fredda o calda in base al tipo di fotografia stampata.
La litografia insomma ci apre a numerose possibilità, da sfruttare anche in base alla destinazione d’uso, prima fra tutte l’installazione di una mostra fotografica di litofanie.
Ricapitolando, consiglio di valutare la stampa litografica perché:
- Le litofanie sono stampe senza tempo. Se conservate al meglio non devi preoccuparti di un eventuale deterioramento;
- Sono adatte alla stampa di immagini colorate, ma danno il massimo con il bianco e nero;
- Puoi personalizzare le litofanie con una fonte di luce differente in base al tipo di realizzazione;
- Grazie alla litografia puoi realizzare installazioni e mostre su un supporto nuovo e originale.