Quando sai di dover partire per un viaggio “importante” come quello per il Giappone non hai la minima idea di quello che ti aspetta. Letture e fotografie ti hanno aiutato per anni ad immaginarlo – sognarlo – ma nulla di lontanamente paragonabile a quello che significhi essere lì, viverlo veramente. Se l’Islanda mi aveva meravigliato per via di una natura prorompente, il Giappone – con la sua cultura e l’incredibile diversità – mi ha davvero stravolto. Per quanto si possa cercare di prender il volo preparati un viaggio in Giappone rientra tra quelle esperienze che sorprende. Dagli aspetti più lampanti a quelli più nascosti, da scoprire. Un paese così profondamente diverso rispetto a ciò cui siamo abituati in Europa che non può che affascinare.
L’itinerario di viaggio che ho deciso di seguire, frutto di letture e consigli di travel blogger, è stato quello più classico in cui – sostanzialmente – mi sono spostato via Shinkansen tra Tokyo e Kyoto con qualche piccola tappa intermedia, Nara e Kamakura, e la più lontana Hiroshima.
Giappone, un paese profondamente diverso
Nei due anni passati a Milano credevo di aver già vissuto una città dinamica, ma nulla a che vedere con la capitale del Giappone. Tokyo è una megalopoli ultramoderna con 13 linee metropolitane e almeno il doppio di passanti ferroviari (il che significa che è normale camminare per la città e incrociare una metro o una stazione ogni 500 mt.). La sensazione che si ha è quella di vivere tante città dentro la città e a dimostrarlo le tantissime persone che si vedono in giro a Tokyo (15 milioni di abitanti, mentre Roma ne conta solo 3). Questo lo si avverte ancor più sottoterra, dove i giapponesi hanno costruito dei piccoli quartieri ad ogni fermata della metro (2, 3 o 4 piani sotterranei con supermercati, negozi e ristoranti). Dei veri e propri “formicai” in cui le persone corrono su e giù, avanti e indietro, in tutte le direzioni. Al di là di questo Tokyo è fatta di luci e colori, tante luci e tanti colori.
Atmosfere differenti da quelle europee e che vale la pena vivere: dai piccoli bar “mono scelta” che fanno da mangiare (spaghetti, zuppe o tempura) dalla mattina presto fino a tarda notte ai ponti pedonali sulle tangenziali; le attività commerciali che si estendono in verticale – sui grattacieli – e non in orizzontale, come da noi, al piano terra di ogni palazzo. Sono diversi persino i pali della luce, i semafori (che cinguettano) e le automobili (quadrate come si vede nei manga giapponesi). Tutto diverso, tutto da scoprire.
Punti di interesse
I punti di interesse che ho toccato in quel di Tokyo, e che sono presenti nelle fotografie, sono: il tempio Senso-ji, fotograficamente parlando tra i più belli della capitale, anche merito della lunga via dello shopping che si dirama proprio di fronte e che regala belle inquadrature; il quartiere degli affari di Ginza, disseminato di enormi grattacieli e interessantissimi scorci architettonici, luogo ideale dove poter creare immagini geometriche; il parco di Shinjuku di giorno, con qualche ciliegio in fiore e con i grattacieli nello sfondo e, infine, le strade – sempre di Shinjuku – illuminate durante la notte, dove tantissime persone si riversano per strada per andare a fare shopping (sì, anche di notte), cantare al karaoke e mangiare Yakitori.
Kyoto
A differenza di Tokyo, Kyoto è contraddistinta da un ritmo lento, più simile ai nostri standard europei. Benché piccola, Kyoto è considerata la capitale della cultura per via del suo ruolo nei secoli, capitale del Giappone fino al 1868. Il gran numero di templi e monumenti richiama tantissimi turisti e per questo si è rivelata essere persino caotica. Se a Tokyo poteva capitare di camminare per le strade senza incontrare un solo occidentale per ore, a Kyoto non è proprio così.
Essendo piccola ed essendo tutto molto concentrato capita spesso di incontrare turisti, anche italiani, e rimanere imbottigliati con l’autobus nel traffico. Turisti a parte il bello di Kyoto sta nelle architetture, ben lontane da quelle metropolitane, più tradizionali e da cartolina. Tra le fotografie troverete il castello di Nijo-Jo, lo spettacolare tempio di Kiyomizu-dera illuminato di notte, il tempio d’oro Kinkakuji, il celebre Fushimi Inari (il film Memorie di una Geisha vi dice qualcosa?) e un paio di situazioni fuori porta tra Nara e Kamakura (al rientro verso Tokyo).
Fotografare il Giappone
Fotograficamente parlando il Giappone è tra i paesi che più mi ha coinvolto. Ho portato con me un po’ di tutto, dal 12-24mm al 200mm, ma in tutto questo si è rivelato di fondamentale importanza la scelta di una borsa comoda per andare in giro e affrontare quei 15 chilometri giornalieri. Il treppiede non è fondamentale, ma è chiaro che se volete ottenere lo “scatto perfetto” dovrete pensarci, così come ad un filtro ND. Attrezzatura a parte sono certo che un paese come il Giappone possa dare tante soddisfazioni anche semplicemente con uno smartphone e mi auguro davvero possiate provarlo.